
IL BUSINESS PLAN
La pianificazione aziendale è di solito concepita come supporto alla base della decisione di avvio di una nuova impresa. Tuttavia puo’ servire all’impresa come una guida per la predisposizione di obiettivi di medio lungo termine e quindi come guida strategica, tanto alle scelte d’investimento di start-up, quanto a quelle in itinere (ongoing), riguardanti cioè imprese già in essere che decidano di ampliare o modificare la propria struttura aziendale – come ad esempio – nel caso di lancio di un nuovo prodotto o di espansione della capacità produttiva.
Per tale processo di pianificazione viene utilizzato un documento: lo studio di fattibilità (Business Plan)
A COSA SERVE E CHI SONO I DESTINATARI DI TALE DOCUMENTO?
Tale documento e’ indispensabile per accedere a qualsiasi fonte di finanziamento pubblico e/o privato o per la partecipazione a bandi di finanza agevolata.
Infatti, è difficile immaginare che possano essere concessi finanziamenti per iniziative imprenditoriali, senza formalizzare l’idea di business e tradurre in un adeguato piano gli obiettivi strategici e le modalità proposte per la loro realizzazione.
In modo concreto, quando un’impresa richiede un finanziamento di importo rilevante (ad esempio ad una banca) sempre più spesso si vede chiedere la presentazione di un “piano di fattibilità”.
Questa richiesta da parte della banca nasce dal bisogno di raccogliere reali informazioni sulle prospettive future delle imprese e se l’idea di business che queste imprese hanno sono in grado di tramutarsi in reali risultati duraturi e soprattutto sostenibili.
Solitamente gli istituti di credito o in generale i possibili finanziatori di una start-up o di una consolidata impresa che già opera sul mercato da tempo, ma che ha deciso di diversificare la sua attività in qualche modo, possono fare le loro valutazioni sulla base di informazioni che “appartengono al passato“, effettuando un’analisi quantitativa, analizzando gli ultimi tre bilanci, ed effettuando un’analisi andamentale, ovvero monitorando i dati riscontrabili attraverso la centrale dei rischi.
Il Business Plan, invece, se ben strutturato, rappresenta un efficace strumento di valutazione prospettica dell’impresa, che permette di analizzare informazioni che “appartengono al futuro” dell’impresa, proiettando il suo lettore in una prospettiva futura di sviluppo organizzativo in tutti i suoi livelli.
Infatti tale documento si elabora simulando scenari verosimili, e soprattutto prudenziali, che a livello descrittivo si affiancano a bilanci previsionali che rappresentano la traduzione numerica degli sviluppi positivi che l’impresa intende raggiungere.

Il business plan, inoltre, funge anche da mezzo di comunicazione utile per:
1. I soci, portatori di capitali di rischio, ovvero coloro i quali, pur detenendo la proprietà dell’impresa, possono comunque essere chiamati ad un ulteriore apporto di mezzi, a motivo delle esigenze indotte dall’idea di business;
2. Finanziatori vari a titolo di credito, che, confidando nella buona riuscita dell’iniziativa imprenditoriale, decidano di impegnare mezzi finanziari a fronte di una remunerazione solitamente tanto più elevata quanto maggiore risulta il rischio ad essa connesso.
COM’E’ STRUTTURATO IL BUSINESS PLAN?
Il business plan è composto da 2 sezioni: descrittiva e numerica
Nella parte descrittiva vengono fornite informazioni relative alla struttura proprietaria, alla localizzazione produttiva e alle performance storiche in caso di un’azienda ongoing, ma anche la mission aziendale, gli obiettivi che l’impresa intende raggiungere, i prodotti o servizi che intende offrire, in che modo intende promuoversi e quali mercati aggredire.
La parte descrittiva è importantissima al fine di strutturare al meglio l’analisi del settore, diretta a studiare il trend evolutivo, le caratteristiche e i comportamenti degli attori che agiscono nell’arena di riferimento, nonché l’intensità competitiva che si sviluppa all’interno.
Tutto ciò consente di determinare l’attrattività di un settore ed inoltre costituisce il presupposto per la formulazione della strategia per competere nell’area di business prescelta.
L’analisi di settore contribuisce a comprendere meglio il comportamento della clientela, nonché ad individuare i fattori critici di successo alla base del vantaggio competitivo.
Queste prerogative sono fondamentali per stabilire un solido sviluppo imprenditoriale, affinchè l’azienda valuti le cinque forze competitive (concorrenti, clienti, fornitori, nuovi entranti, prodotti sostitutivi) e sviluppare una più estesa valutazione delle forze-debolezze/minacce- opportunità (Swot Analysis).

Una volta esplicitato il tipo di vantaggio competitivo ricercato e il conseguente orientamento strategico di fondo, l’azienda dovrà analizzare i fattori critici di successo del business e gli eventuali punti di forza e debolezza rispetto alla concorrenza. La conoscenza di questi fattori consente l’ individuazione delle aree in cui l’impresa eccelle, e delle debolezze.
Nella parte numerica del business plan invece vengono verificati sotto gli aspetti economico, patrimoniale e finanziario la validità delle ipotesi e previsioni prese in esame nella parte descrittiva.
Occorre, verificare in tale fase se le impostazioni stabilite in precedenza siano in grado di realizzare gli equilibri fondamentali di:
- Solidità patrimoniale: esprime la capacità dell’azienda di assicurare l’equilibrio tra il sistema degli impieghi di capitale e quello delle fonti di finanziamento;
- Solvibilità finanziaria: espressione della capacità dell’azienda di far fronte, in ogni istante e in modo tempestivo, alle proprie uscite di cassa (o impieghi) attraverso idonei flussi in entrata (o fonti di finanziamento);
- Redditività economica: la capacità dell’impresa di generare reddito ad un tasso che consenta di remunerare i propri investimenti in modo conveniente (a confronto con alternative d’investimento).
Stato patrimoniale (SP) e conto economico (CE) rappresentano senza dubbio la base informativa principale a cui si aggiungono importanti e specifici indicatori di bilancio per poter rappresentare numericamente la previsione del business, in termini sia di costo che di ricavi.

LA CREAZIONE DI VALORE ATTRAVERSO IL BUSINESS PLAN
In conclusione possiamo affermare che la valutazione di un investimento si conclude con la determinazione del valore che lo stesso riesce a generare per l’imprenditore.
In altre parole l’azienda «eccellente» dovrebbe porsi quale finalità quella di realizzare non già il solo equilibrio economico, ma occorre che l’investimento, oltre a garantire la copertura dei costi, attraverso la generazione di ricavi, remuneri altresì gli oneri figurativi (interessi di computo, compenso direzionale, costo delle risorse di proprietà dell’imprenditore) al fine di pervenire alla creazione del c.d. extraprofitto o valore economico.
Dr. Roberto Desiderio – Dottore Commercialista
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