IL PNRR TRA SFIDE ED OPPORTUNITA’

IL PNRR TRA SFIDE ED OPPORTUNITA’

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) si inserisce all’interno del programma Next Generation EU (NGEU), il pacchetto da 750 miliardi di euro, costituito per circa la metà da sovvenzioni, concordato dall’Unione Europea in risposta alla crisi pandemica.

La principale componente del programma NGEU è il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (Recovery and Resilience Facility, RRF), che ha una durata di sei anni, dal 2021 al 2026, e una dimensione totale di 672,5 miliardi di euro (312,5 sovvenzioni, i restanti 360 miliardi prestiti a tassi agevolati).

In Italia, il PNRR prende vita e sostanza attraverso ITALIA DOMANI che prevede investimenti e un coerente pacchetto di riforme, a cui sono allocate risorse per 191,5 miliardi di euro finanziate attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e per 30,6 miliardi attraverso il Fondo complementare istituito con il Decreto Legge n. 59 del 6 Maggio 2021  a valere sullo scostamento pluriennale di bilancio approvato.

COME SI SVILUPPA IL PNRR ITALIANO?

Il Piano ruota intorno a tre obiettivi strategici: 

  1. Digitalizzazione e innovazione;
  2. Transizione ecologica;
  3. Inclusione sociale.

Tutti questi obiettivi strategici evidenziati nascono con lo scopo di contrastare ed invertire i danni economici e sociali che la crisi pandemica ha generato, contribuendo cosi a risollevare il Paese e conducendolo verso un percorso di transizione ecologica e ambientale.

Il Governo stima che il PNRR avrà un impatto significativo sulla crescita economica e produttiva del Paese, tanto che le stime prevedono che nel 2026 il Pil sarà di 3,6 punti percentuali più alto rispetto a uno scenario di base che non include l’introduzione del Piano.

Il Piano si sviluppa lungo sei missioni:

  • Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura”: stanzia complessivamente oltre 49 miliardi (di cui 40,3 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 8,7 dal Fondo complementare) con l’obiettivo di promuovere la trasformazione digitale del Paese, sostenere l’innovazione del sistema produttivo, e investire in due settori chiave per l’Italia, turismo e cultura.
  • Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”: stanzia complessivi 68,6 miliardi (59,5 miliardi dal Dispositivo RRF e 9,1 dal Fondo) con gli obiettivi principali di migliorare la sostenibilità e la resilienza del sistema economico e assicurare una transizione ambientale equa e inclusiva.
  • Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile”: dall’importo complessivo di 31,5 miliardi (25,4 miliardi dal Dispositivo RRF e 6,1 dal Fondo). Il suo obiettivo primario è lo sviluppo di un’infrastruttura di trasporto moderna, sostenibile ed estesa a tutte le aree del Paese.
  • Istruzione e Ricerca”: stanzia complessivamente 31,9 miliardi di euro (30,9 miliardi dal Dispositivo RRF e 1 dal Fondo) con l’obiettivo di rafforzare il sistema educativo, le competenze digitali e tecnico-scientifiche, la ricerca e il trasferimento tecnologico.
  • Inclusione e Coesione”: prevede uno stanziamento complessivo di 22,6 miliardi (di cui 19,8 miliardi dal Dispositivo RRF e 2,8 dal Fondo) per facilitare la partecipazione al mercato del lavoro, anche attraverso la formazione, rafforzare le politiche attive del lavoro e favorire l’inclusione sociale.
  • Salute”: stanzia complessivamente 18,5 miliardi (15,6 miliardi dal Dispositivo RRF e 2,9 dal Fondo) con l’obiettivo di rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario e garantire equità di accesso alle cure.

MA A CHE PUNTO SIAMO NELL’UTILIZZO DI TALI RISORSE?

Molti pensano che le potenzialità del Piano di Ripresa e Resilienza siano da ricercare solo nelle imponenti somme finanziarie stanziate. In parte è cosi, ma la vera potenzialità di tali risorse risiede nella reale capacità di utilizzarle queste importanti somme e soprattutto di saperle utilizzare, al fine di perseguire scelte strategiche funzionali ad uno sviluppo non sono sostenibile, ma soprattutto duraturo.

Secondo i dati aggiornati al 25 gennaio 2023, l’Italia ha ricevuto finora 68,9 miliardi di euro di prefinanziamento del Pnrr, pari al 13% dell’importo totale assegnato.

FONTE: Ministero dell’Economia e delle Finanze

Tuttavia secondo la relazione della Corte dei Conti del 28 Marzo 2023, oltre la metà delle misure del PNRR mostra ritardi o è ancora in una fase sostanzialmente iniziale dei progetti, in quanto risultano ancora essere in fase di preparazione e/o si trovano dinanzi a difficoltà per passare da una fase di progettazione ad una fase di implementazione vera e propria.

FONTE: Corte dei Conti – 28/03/2023

Questa situazione è dettata dalla reale ed attuale mancanza di un disegno unitario e strategico mirato ad attivare filiere di progetti, che coinvolgano processi produttive efficienti e che determinino un’offerta effettive dal punto di vista pratico.

Infatti ad oggi il PNRR getta sul tavolo una dotazione di risorse importanti, mai viste prima, che sta generando una disperata corsa al “progetto” , “alla spesa” ma che in sostanza si allontana sempre di più dalla reale volontà e possibilità di generare progetti sostenibili ed investimenti efficaci sul territorio.

A fronte del raggiungimento dei 55 obiettivi previsti nel secondo semestre del 2022, di cui 24 riguardavano la Missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo”, il rapporto della Corte dei Conti getta l’allarme sulla capacità di assorbimento delle risorse da parte degli istituti centrali, con particolare attenzione per i Comuni. FONTE: www.ilsole24ore.it

Questo significa che la traslazione in avanti delle spese originariamente assegnate al triennio 2020-2022, infatti, andrà a pesare sulla capacità di erogazione degli istituti pubblici per tutto il 2023.

Secondo i dati registrati da ReGis (la piattaforma unica attraverso cui le Amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, gli Enti Locali ed i soggetti attuatori, possono compiere tutta una serie di operazioni per rispettare gli obblighi di monitoraggio, rendicontazione e controllo delle misure e dei progetti finanziati dal PNRR), al 13 febbraio 2023 le unità progettuali censite riguardavano soltanto 148 delle 285 misure che compongono il PNRR (il 52% del totale) con un tasso di attuazione finanziario pari al 6%. Ad esclusione della Missione 3 “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”, che attesta un rapporto tra spesa sostenuta e totale delle risorse del 16,4%, tutte le altre missioni raggiungono dei tassi ben al di sotto del 10%.

CHE FARE?

Complessivamente, gestire al meglio l’immane disponibilità di risorse finanziarie messe in campo dal PNRR non è semplice. Occorre concentrare l’interesse pubblico in determinati settori strategici che possano davvero permettere al paese di riuscire a produrre effettivo sviluppo e benessere territoriale.

Questo potrà avvenire solo se le risorse verranno utilizzate in modo oculato, mobilitando risorse reali adeguate, migliorando il sistema degli investimenti pubblici, utilizzando pertanto le risorse per adottare scelte strategiche funzionali per garantire uno sviluppo sostenibile e duraturo.

Occorre focalizzarsi sui settori cruciali dell’innovazione, della logistica e dell’energia verde, per investire nell’industria del futuro, e creare un’economia sostenibile per le future generazioni.

Solo in questo modo il nostro Paese potrà trarre pienamente vantaggio dalla sua posizione strategica nel Mediterraneo e diventare leader di uno sviluppo economico sostenibile.

Dr. Roberto Desiderio – Dottore Commercialista

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